PLASTICA O CARTA? LA SCELTA PIÙ SOSTENIBILE

PLASTICA O CARTA? LA SCELTA PIÙ SOSTENIBILE

Il tema della sostenibilità è sempre più urgente ed importante. I consumatori vogliono fare un acquisto consapevole, ma la domanda che ci si pone è : la carta è veramente più sostenibile della plastica?

Negli ultimi anni molti produttori hanno deciso di passare ad un packaging di carta poiché l’opinione pubblica lo vede come più sostenibile. Ma è veramente così? 

Le cannucce di carta, le palette di legno, i piatti in carta, sono veramente più sostenibili per l’ambiente? La risposta non è scontata, poiché seppur la carta sia biodegradabile e dunque maggiormente ecologica, in realtà viene trattata con molte sostanze non ecologiche, come il cloro ed inchiostri, che non sono amici dell’ambiente e nemmeno della nostra salute. Al contrario gli alimenti nel packaging di plastica si mantengono meglio, poiché hanno eccellenti proprietà protettive, garantiscono la pulizia del contenuto, sono riutilizzabili e possono essere riciclati un numero illimitato di volte. 

Ma non è solo un problema ecologico ma anche di sostenibilità, la carta non è una soluzione sostenibile poiché dovremmo disboscare intere foreste per sostituire totalmente l’utilizzo di plastica nel mondo. Inoltre l’utilizzo energetico per il riciclo della carta è molto più dispendioso di quello per il riciclo della plastica.

Però dall’altro lato anche la plastica viene ricavata dal petrolio, risorsa limitata e non rinnovabile. Proprio per questi motivi, implementare un processo di riciclo che sia ottimizzato ed efficiente è di estrema importanza.

Ma dunque quale è la soluzione più sostenibile?

Partiamo dallo studio condotto per l’American Chemistry Council, uno strumento metodologico che può aiutarci nel capire quale soluzione sia preferibile da un punto di vista ambientale. Partendo dalla produzione di packaging flessibile vediamo il  Life Cycle Assessment (LCA). La LCA è un metodo, standardizzato dalle ISO 14040 e ISO 14044, che permette di quantificare gli impatti ambientali potenziali legati a un prodotto, processo o servizio. Lo studio è diviso in quattro fasi e vengono presi in considerazione i materiali più utilizzati nel settore del packaging.

Lo studio analizza due scenari possibili: il primo detto di “no decomposition” in cui non si considera la decomposizione di materiale in discarica e il secondo detto di “maximum decomposition” in cui si considera la massima decomposizione possibile del materiale in discarica. 

I risultati per USA e Canada mostrano che la plastica ha un impatto minore rispetto ai packaging alternativi. La motivazione principale è la sua estrema leggerezza. Infatti, sono necessari molti più kg di imballaggi sostitutivi a parità di tipologia di imballaggio. Infatti, si stima che sia necessario un peso almeno 4 volte superiore di materiale alternativo per produrre un prodotto con la stessa finalità.

Stesso discorso per il consumo energetico, ci vuole minore energia e minor consumo di acqua per la produzione di 1 kg di plastica rispetto ad 1 kg di materiali alternativi.

E invece il riciclo della carta e della plastica come funziona?

Gli imballaggi a base carta sono i più riciclati in Europa e, comparando materia vergine e riciclata, la seconda si dimostra più sostenibile. La sua produzione richiede infatti fino al 60% in meno di energia e fino al 70% in meno di acqua rispetto a quella di materia vergine. Tuttavia, carta e cartone possono essere sottoposti a processi di riciclo solo 5-7 volte poiché le loro fibre perdono in lunghezza e qualità ad ogni lavorazione, rendendo necessario aggiungere costantemente nuove fibre di legno.

Mentre per la plastica, una volta raccolti PE, PET e PP vengono separati, fusi ad alte temperature e trasformati in granuli per essere utilizzati come materia prima nelle nuove produzioni. E’ tuttavia importante distinguere tra plastica riciclabile e plastica riciclata: la prima è composta da materia vergine, appena immessa nel ciclo di produzione, mentre la seconda è materia proveniente da fonti di riciclo, quindi già impiegata in produzioni precedenti, raccolta e riutilizzata. In ottica di sostenibilità, quest’ultima si dimostra senza dubbio preferibile.

E le Bioplastiche?

In teoria dovrebbero essere materiali sostenibili e migliori della plastica classica da un punto di vista ambientale, ma purtroppo spesso non lo sono. All’interno di un processo di riciclaggio efficiente, infatti, risulta attualmente più sostenibile la plastica convenzionale, perchè può essere riutilizzata infinite volte.

In base alla definizione della European Bioplastics le bioplastiche per essere tali devono presentare almeno una delle seguenti caratterisiche:

  • avere una base biologica, cioè derivare da biomassa
  • essere biodegradabili

Le bioplastiche sono prodotte interamente o parzialmente da materie prime rinnovabili, come mais o canna da zucchero, la cui coltivazione di solito non è affatto sostenibile. La canna da zucchero, ad esempio, viene coltivata in paesi come Brasile, Sud Africa e Cuba dove, per fare spazio alle piantagioni vengono abbattute vaste aree di foresta tropicale. Inoltre, le plastiche derivate da biomassa hanno prestazioni inferiori rispetto alla plastica classica e sono difficilmente riciclabili, comportando quindi un impatto negativo sul calcolo della loro sostenibilità.

Mentre per le plastiche biodegradabili la situazione è ancora più difficile. Per fare un esempio di bioplastica, il poliattide (PLA), noto anche come acido polilattico, è composto da amido di mais e acido lattico e, purtroppo anche in questo caso, le materie prime spesso non provengono da coltivazioni sostenibili. Inoltre, a meno che sia presente la dicitura “compostabile”, l’oggetto in PLA non può essere smaltito nel cestino dei rifiuti organici, ma va inserito nei rifiuti indifferenziati. Infatti, anche quando le bioplastiche riescono ad essere efficacemente degradate, risulta comunque meno dispendioso e più sostenibile il riciclaggio delle plastiche convenzionali e il loro uso ripetuto rispetto alla perdita di materiale attraverso il compostaggio. 

La nostra conclusione

In conclusione possiamo pensare che la scelta più ecologica sia utilizzare la plastica riciclata, in tal modo riusciremo ad avere un’economia virtuosa. Infatti non andremmo ad utilizzare risorse limitate in natura, consumeremmo meno energia per il riciclo, non inquineremmo il pianeta (con la possibilità di riutilizzare teoricamente all’infinito il materiale) ed avremmo alimenti conservati meglio con alti standard di qualità!

E voi cosa ne pensate? Rispondeteci sui social! 

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